L’IMPIANTISTICA ITALIANA UNISCE COMPETENZE E SFORZI PER LA CONQUISTA DEI MERCATI INTERNAZIONALI

Il recente ingresso di Trasmetal nella compagine azionaria di VarnishTech apre nuove prospettive nel campo dell’impiantistica italiana con forte prospezione internazionale. Luca Maitan, l’imprenditore di VarnishTech, in occasione della sigla dell’accordo ci ha rilasciato una breve intervista sulle prospettive che apre l’operazione. Di seguito ne sintetizziamo i contenuti:

Come nasce questo rapporto? Qual è la sua portata?

Luca Maitan: «Dopo alcune collaborazioni su commesse acquisite singolarmente, VarnishTech e Trasmetal – quest’ultima prossima a spegnere 70 candeline – hanno deciso di unire le forze e diventare un unico player: Trasmetal è entrato a far parte della compagine sociale di VarnishTech, un primo passo verso una successiva fusione. Obiettivo dell’accordo è di diventare il player di riferimento sul territorio nazionale, dove prevale una frammentarietà di aziende di piccole dimensioni, uno dei protagonisti principali dell’impiantistica dei trattamenti delle superfici in ambito europeo e, per le specialità che distinguono le due aziende in questo campo, internazionale».

Quali sono i punti di forza di questa integrazione?

Luca Maitan: «i punti di forza di questa aggregazione sono, in sintesi:

  1. forte e completa struttura aziendale in grado di rispondere alle richieste del mercato non solo sotto il profilo meccanicoimpiantistico, ma anche documentale (per esempio, definizione del performance level, conformità a tutte le normative territoriali applicabili – per esempio, costruttive, ambientali, di sicurezza – manualistiche, logistiche e così via)
  2. maggiore organizzazione e standardizzazione dei processi, progettuali, costruttivi e d’interazione con il cliente
  3. interscambio delle figure professionali aziendali di eccellente preparazione e specializzazione tecnica. La squadra tecnica multidisciplinare formata a seguito alla stretta integrazione tra le nostre realtà conosce e gestisce progettazione, fabbricazione e installazione dell’impianto nella sua intera complessità: un impianto di trattamento delle superfici oggi è frutto di un insieme di calcoli strutturali, idraulica, elettronica, fluidodinamica, aeraulica, robotica, che devono essere sviluppati da specialisti competenti e capaci di lavorare in team multidisciplinari integrati. La struttura aziendale del gruppo garantisce la presenza di un ufficio tecnico così caratterizzato
  4. l’unione delle forze delle due realtà attuali in un gruppo con una chiara visione d’integrazione, nella prospettiva della loro fusione, ci consente di gestire internamente tutte le attività core,: engineering, carpenteria, software, quadristica elettrica, integrazione robotica e centrali vernici
  5. ulteriore rafforzamento della struttura finanziaria, che parte già da una base molto solida di entrambe le aziende».

Quali sono gli obiettivi finali dal lato del mercato?

Luca Maitan: «dal lato del mercato il processo d’integrazione delle nostre due aziende permette di offrire un servizio completo alle aziende che effettuano processi di trattamento delle superfici e garantire al cliente il best value for money dell’investimento di impianti taylor made».

Quali sono i settori di riferimento della nuova realtà?

Luca Maitan: «abbiamo esperienza in diversi campi della produzione manifatturiera, per differenti supporti – metallici, polimerici – con alcune soluzioni speciali, spesso coperte da brevetti internazionali, nell’automotive, alluminio, plastica, smalto porcellanato, elettroforesi (scocche auto escluse), general industry. Ogni campo può attingere dall’altro, ottimizzando lo scambio di expertise e soluzioni di processo».

Qual è l’ambito di attività previsto dell’azienda derivante dall’integrazione e successiva fusione?

Luca Maitan: «già oggi le due realtà hanno una forte presenza sui mercati occidentali, dove lavorano loro importanti installazioni. L’integrazione, per i motivi sopra sintetizzati, è già da oggi in grado di rivolgersi a tutte le aree del mondo dove vi siano richieste di impianti di trattamento delle superfici a tecnologia avanzata, dai mercati più fortemente industrializzati a quelli delle aree emergenti o in via di sviluppo, per quelle aziende che ricercano le soluzioni più tecnologicamente evolute».

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