Giovanni Cicatiello

Riprendiamo la discussione iniziata nel numero di febbraio di Verniciatura Industriale per comprendere come si sta muovendo il settore delle vernici.

Siamo andati a sentire il parere di un’importante realtà industriale, Palini, che da oltre 85 anni produce e commercializza vernici liquide.

A Pisogne, nel bresciano, siamo stati accolti nei moderni ed eleganti uffici aziendali da Piero Nichetti, portavoce della famiglia proprietaria dell’azienda.

Come nasce Palini Vernici?

Giuseppe Palini era un imprenditore del legno sin dalla fine dell’800, primo produttore in Italia di arredo scolastico.

I suoi due figli decisero di avviare un’attività di verniciature con squadre di operai altamente specializzati. Le due aziende richiedevano grossi consumi di prodotti vernicianti. Venne allora l’idea di produrre anche le vernici che si utilizzavano. Il marito di una delle figlie, mio nonno Piero Nichetti, si fece carico della nuova impresa e cercò così di imparare a produrre le vernici.

Nasce con Lesonal, affermata impresa di allora, una stretta collaborazione per produrre le vernici in Italia, fino a quando venne venduta ad Akzo Nobel. Nello stesso periodo morì mio nonno. Toccò a mio padre e al fratello Alberto, prendere le redini dell’azienda puntando sull’ innovazione delle vernici poliestere liquide.

Come si è evoluta negli anni l’offerta dei prodotti e dell’organizzazione interna?

Negli anni 60 l’azienda produceva essenzialmente un unico prodotto. L’azienda con coraggio decide di inserire nuove figure esterne e di intraprendere la parte più difficile, quella del colore. Senza gli strumenti della colorimetria odierni e con una serie di problemi produttivi, perché allora non esistevano i tintometri, Palini investe nelle paste polivalenti. Le richieste del distretto industriale di Brescia, con forte presenza di imprese costruttrici di veicoli commerciali, hanno spinto a specializzarsi verso la carrozzeria industriale. Alla fine degli anni 70 nasce poi il primo sistema tintometrico a solvente per il car refinish.

A partire dal 2002, con il mio ingresso effettivo nell’azienda, mi occupo della riorganizzazione commerciale della divisione Industria e l’introduzione delle certificazioni ISO legate ad ambiente e sicurezza. Sempre in quegli anni riorganizziamo il brand commerciale di Palini, Palinal, in tre divisioni: industria, car refinish e nautica. Attualmente l’azienda fattura 30 milioni di euro e dedica forte attenzione alla ricerca, a tal punto che il 30% del personale è impiegato nei laboratori R&D.

Quanto è importante per Palini l’attenzione verso il cliente ?

La formazione dei clienti è molto importante per noi: col nostro Training Center offriamo sia la formazione in aula che l’esperienza diretta applicativa coi nostri prodotti. Offrendo anche tour aziendali vogliamo raccontare l’azienda a 360°. Il nostro principale scopo è quello di trasmettere al cliente i nostri valori.

I valori su cui puntiamo sono riassumibili nelle tre parole partecipazione, onestà ed entusiasmo.

Valori trasferiti in tutti gli aspetti dell’azienda e nei rapporti esterni, perché Palini vuole costruire dei rapporti duraturi nel tempo, dato che gli affari si fanno in due, e senza valori non si può pensare di fare seriamente impresa. Noi abbiamo clienti attivi da oltre 50 anni che credono nella nostra azienda e nei suoi valori. Più che nel prodotto i nostri clienti trovano fiducia nell’azienda.

Come vede lo sviluppo dei mercati dove siete presenti?

Per il settore car refinish dobbiamo ragionare su un mercato in recessione, analizzando gli ultimi dati sul numero degli incidenti dei veicoli circolanti si rilevano numeri stabili che si riflettono sul forte calo di consumo di vernici per carrozzeria. Inoltre se fino a pochi anni fa c’erano pochi brand oggi in questo mercato sono presenti più di 30 marchi in concorrenza. La tecnologia ha permesso di abbassare i consumi di prodotto per verniciare un’auto, con prodotti più prestazionali si consuma meno vernice.

Invece il mercato dell’industria generale può considerarsi stabile. Un fattore interessante è determinato dalla crescita del settore della nautica, grazie al forte impulso avuto negli ultimi tre anni. Un mercato che vede l’introduzione del colore come valore aggiunto. Oggi si gioca di più sull’aspetto cromatico e aziende come la nostra, che ha una discreta conoscenza del mercato della carrozzeria, in particolare della tintometria, riescono a operare con slancio verso clienti sempre più esigenti.

Come state procedendo per accogliere le richieste del mercato di produrre soluzioni sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale e che vadano incontro alle necessità di risparmio energetico richiesto dagli utilizzatori finali?

Sul fronte della sostenibilità la nostra azienda è già pronta perché già da diversi anni abbiamo puntato molto su prodotti a base acqua per tutte le divisioni, sia con cicli che offriamo direttamente ai nostri clienti sia con sistemi tintometrici per l’industria e il car refinish, gestiti dai distributori.

Nel 2003 introducemmo Hydropal120, il sistema delle basi ad acqua per carrozzeria. Puntammo da subito sulla qualità con un prodotto dalla buona copertura e dalla durata più elevata rispetto a quanto presente sul mercato.

Per aiutare ad affrontare l’incremento dei costi energetici oggi offriamo cicli applicativi con tempi di essiccazione ridotti che permettono un minore e più efficiente ricorso a forni di reticolazione.

Negli ultimi anni avete modificato i servizi offerti?

Ai clienti offriamo sempre specialisti tecnico-commerciali con esperienza e formati in azienda anche per quanto riguarda i nuovi cambiamenti normativi e di sicurezza, oltre ad essere disponibili per soddisfare le loro esigenze specifiche: trasformiamo la richiesta in prodotto con una formulazione personalizzata per garantire la fornitura di vernici con le caratteristiche applicative e prestazionali concordate.

Come vede lo sviluppo del mercato nei prossimi anni, sarà delegata sempre di più la diffusione del prodotto dal distributore o si andrà incontro maggiormente all’utilizzatore finale?

La distribuzione avrà sempre un ruolo importante soprattutto per i clienti medio-piccoli, perché il distributore rispetto al produttore di vernici ha una professionalità diversa e molto specifica. Noi facciamo entrambe le cose ma senza dubbio l’impegno maggiore è verso la distribuzione tradizionale. Li selezioniamo in modo che abbiano un approccio professionale, che conoscano il prodotto, e che diano al cliente un beneficio che giustifica il costo affrontato.

Oggi il mercato italiano è radicato nella distribuzione ma deve offrire sempre maggiore professionalità. Palini è un esempio di azienda che esporta nel mondo vernici made in Italy (60% di export), dimostrando la qualità e l’efficienza di un settore italiano preparato per le sfide del futuro.

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