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Continuano i miglioramenti qualitativi dei prodotti nanotecnologici rispetto alla resistenza anticorrosiva dopo la loro applicazione in spessori nanometrici.

Andrè Bernasconi della DN Chemicals ha messo a punto un innovativo prodotto chimico di pretrattamento nanotecnologico che, una volta applicato in 30-50 nanometri sulla superficie metallica del pezzo, dopo grassaggio e successivamente rivestito con uno strato di 18-22 µ di un fondo cataforetico o con 80 µ di polvere poliestere, porta ad una eccezionale resistenza alla corrosione. Si tratta infatti di 1000 ore di nebbia salina, con 1mm di corrosione all’intaglio sulla lastrino di prova – rispetto alle 500 ore della migliore fosfatazione tricationica.

 

Lo straordinario risultato del prodotto è dovuto alla presenza in formulazione di nanotubi di carbonio, che impermeabilizzano quasi completamente lo strato di prodotto nanometrico, impedendo all’aria e all’acqua di attraversarlo fino a raggiungere il metallo, con il quale reagiscono formando la ruggine sull’acciaio e l’ossidazione sui metalli non ferrosi.

Infatti, la cellula di corrosione metallica è composta da:

  • un’area, detta anodo, dove il metallo si scioglie naturalmente acquisendo una carica elettrica positiva – che sia nudo o verniciato – in quanto emette elettroni carichi di elettricità negativa
  • Un’area, detta catodo, raggiunta dagli elettroni citati e dall’acqua e aria che vengono ridotti a ossidrili, pure con carica negativa.

Poiché cariche elettriche di segno opposto si attraggono, i prodotti delle due aree – anodo e catodo – si attraggono fornendo l’ossidazione.

Ora i nanotubi di carbonio inseriti in formulazione impediscono la penetrazione di acqua e aria attraverso il film grazie alla compattezza dei prodotti nanometrici, attraverso la struttura del film nanometrico, e pertanto non si crea più l’area catodica e di conseguenza non si forma più il fenomeno corrosivo.

Così il prodotto nanotecnologico prodotto da DN Chemicals garantisce un notevole risultato anticorrosivo ai pezzi metallici successivamente verniciati con prodotti liquidi o in polvere.

Le prove di resistenza alla corrosione in nebbia salina dimostrano questo miglioramento anticorrosivo anche rispetto a quanto offrivano i classici prodotti chimici nanotecnologici e quelli fosfatici tricationici.

I risultati ottenuti con le prove su lastrino d’acciaio valgono anche per i metalli non ferrosi, perché il fenomeno corrosivo avviene naturalmente con ogni tipo (alluminio, zinco, ottone e altri).

Ridurre a zero l’utilizzo dell’acqua di risciacquo e di conversione chimica dei pezzi per far fronte alla crisi idrica

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