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LMPI Prestia: tendenze del mondo della verniciatura conto terzi dalla pandemia ad oggi

By 14 Febbraio 2024 No Comments

TORNIAMO IN FRANCIA A STE JAMME SUR SARTHRE, NEI PAESI DELLE LOIRA, DA LMPI PRESTIA PER FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE TECNOLOGICA E DELL’AZIENDA, A TRE ANNI DALLA PRECEDENTE VISITA.

Torniamo in Francia a Ste Jamme sur Sarthre, nei Paesi delle Loira, da LMPI Prestia, a colloquio con il direttore generale, Franck Lelasseur, insieme a Victor Manuel Díaz (Adapta Color France), per fare il punto della situazione tecnologica e dell’azienda, a tre anni dalla precedente visita (si veda VI-PI n. 624/2020). In questa occasione, oltre a Franck ci accompagna Anaïs Colin, assistente tecnico-commerciale dell’azienda.

IL PROBLEMA ENERGETICO


«In questi anni – ci dice Franck – abbiamo proseguito nei programmi d’investimento per migliorare le prestazioni dell’azienda nel campo della progettazione e applicazione di cicli complessi per la protezione anticorrosiva e l’estetica a valore aggiunto di pezzi e strutture metalliche. In questa sede del gruppo (conta 11 differenti sedi specializzate nell’applicazione di cicli differenti, tra cui la zincatura elettrolitica e la zincatura a caldo) si effettuano sempre più processi speciali e per pezzi di peso e dimensioni grandi, che richiedono normalmente granigliatura, metallizzazione a caldo, e applicazione di processi liquidi. Per i pezzi di dimensione media, dell’industria in generale e dell’architettura (serramenti) sono prevalenti i cicli a polvere (o misti).
Nella politica degli investimenti è entrata prepotentemente una variabile prima non particolarmente controllata, il costo energetico del processo. Ha cambiato completamente la struttura dei costi di questo lavoro (passando dal 4 al 19% dei costi complessivi, spesso è superiore all’incidenza di costo delle vernici), così come l’organizzazione della giornata lavorativa, che oggi prevede un unico turno di 10 ore per 4 giorni alla settimana (a turno, aggiungiamo al fine settimana il venerdì o il lunedì di fermo).
Poiché le polveri a bassa temperatura non hanno uno standard unico fornitore per fornitore, costano sensibilmente più di quelle tradizionali, e ancora, visto che spesso applichiamo prodotti prescritti su cui non abbiamo potere di scelta, l’opzione delle polveri a bassa temperatura credo che oggi sia lontana dall’essere una soluzione effettiva al problema energetico, per lo meno per le aziende che lavorano per conto terzi, come la nostra».

LIQUIDO E POLVERI


«I processi liquidi sono quelli che in questi ultimi anni hanno avuto il maggiore sviluppo – interviene Anaïs – nonostante la nostra politica d’uso di sistemi in polvere ad alta caratterizzazione tecnica ed estetica, come quelli offerti dall’amico Victor Manuel. Ma il mercato, almeno il mercato di nostro riferimento, richiede sia processi prescritti speciali (nel campo dell’energia atomica, per esempio, o in quello delle forniture militari e dei trasporti, autobus, ferroviario, marino, per i quali cambiare le specifiche richiede lunghi ed approfonditi processi di prova, verifica e omologazione), sia processi discontinui per opere uniche con destinazioni (ambientali e d’uso) speciali. Spesso ciò significa utilizzare, oppure sviluppare, cicli liquidi su misura. Dal punto di vista delle quantità, il rapporto tra le quantità di polveri/liquido consumati non è variato molto (rimane intorno al 60/40%), se si osservano invece sotto il profilo del valore aggiunto, i processi a liquido ci hanno offerto risultati migliori, cosicché i nuovi investimenti hanno riguardato soprattutto questi reparti.

Sotto il profilo delle fonti energetiche utilizzate è aumentato significativamente l’uso di energia elettrica rispetto al gas, che a sua volta è stato sostituito con GPL, sia per una questione di costi d’acquisto, sia di potere calorico».

«Come si può notare – interviene Victor Manuel – anche in LMPI Prestia il pretrattamento prevalente è di tipo fisico, come in gran parte delle aziende che lavorano per conto terzi. Sempre che non ci siano ostacoli tecnici difficilmente superabili (basso spessore delle lamiere, per esempio), il ciclo tipico prevede sempre una granigliatura, seguita da una metallizzazione a caldo (quando previsto dalle specifiche tecniche del cliente o necessario), e l’applicazione di vernici liquide o in polvere».

«I pretrattamenti chimici – riprende Franck – richiedono procedure d’autorizzazioni molto complicate, ancora di più nella nostra zona, e dunque preferiamo utilizzare sistemi fisici e, quando necessario, la metallizzazione termica a spruzzo».

«Per le polveri preferiamo applicare cicli a mano unica – ci dice Anaïs – anche se per esigenze particolari applichiamo anche sistemi bistrato, per garantire resistenze all’esterno superiori oppure quando il cliente prescrive cicli con un’estetica speciale, come succede con i cicli ad alta caratterizzazione estetica di Adapta Color, che riteniamo unici nel mercato delle polveri».

 

«Purtroppo il mercato industriale delle polveri, o la sua comunicazione prevalente – prende la parola Victor Manuel – non riesce a dare di questa tecnologia l’immagine adeguata: oggi esiste la possibilità, intendo materie prime, pigmenti, additivi, in grado di offrire prestazioni perfettamente comparabile con i cicli liquidi più tecnici, ma non riusciamo a spiegarlo nel modo corretto. È senz’altro una colpa di noi operatori del settore polveri, che abbiamo saputo fare una politica vincente di sostituzione dei cicli liquidi standard, ma non a comunicare le possibilità offerte da questi prodotti per le applicazioni più tecniche. Per esempio, abbiamo in catalogo primer senza zinco anticorrosivi per cicli adatti alle atmosfere più corrosive secondo ISO 12944, così come una gamma anticorrosiva primer-finitura (mano unica) ad alte prestazioni, tra l’altro con una gamma di colori e finiture interessante, che superano i limiti previsti per resistere ad ambienti C5 (con riferimento alla norma citata), ma poiché i concorrenti non propongono prodotti analoghi, si frena l’omologazione di questi prodotti. È vero che è più semplice trovare sul mercato prodotti liquidi speciali: per esempio, è senz’altro più facile che un colorificio metta a disposizione un poliuretanico bianco liquido (magari al solvente) piuttosto che lo faccia un produttore di polveri. Tuttavia sono sicuro che una polvere poliuretanica bianca costerebbe meno rispetto all’omologo liquido, eliminando alla radice i problemi legati al controllo delle emissioni di COV, alla sicurezza e salute degli addetti e ai tempi per la loro formazione. Per concludere, mi auguro che più aziende, più tecnici possano impegnarsi, come fa Adapta Color, a cambiare questa idea prevalente tra i nostri clienti e potenziali clienti».

 

IMPIANTI


«Approfittando della visita in questa grande e importante azienda di verniciatura per conto terzi francese – continua Victor Manuel – vorrei focalizzare l’attenzione su un’altra caratteristica tipica delle aziende francesi di questo settore: la ricerca della polivalenza degli impianti di verniciatura. Non si ricerca tanto l’ottimizzazione dei costi consentita dai processi continui, quanto la possibilità di effettuare cicli su misura per qualsiasi tipo di pezzo (in particolare, per pesi, dimensioni e condizioni del materiale da trattare). L’impianto installato in LMPI ne è un chiaro esempio. Per ovviare al problema dell’ottimizzazione dei costi, in casi come LMPI si opta per l’installazione di una logistica estesa dei pezzi mediante rete di binari aerei e barre portapezzi/portabilancelle a movimentazione manuale. Una soluzione che permette da un lato di ridurre gli spazi occupati e aumentare drasticamente la produttività di quelle lavorazioni tipiche dell’anticorrosione (protective coating) in officina; dall’altro, di trattare contemporaneamente pezzi di dimensioni molto variabili senza far dipendere il ritmo generale di output dal pezzo più complesso fase di trattamento, oppure di lavorare in un’area indipendentemente dal ritmo di un’altra.
Inoltre, un sistema di questo tipo permette di installare forni capaci di trattare vernici di diversa natura applicate su pezzi di masse e dimensioni molto differenti, uscendo dai limiti tipici dei forni automatici (relazione tempo/temperature raggiunte sulle superfici rivestite).
Proprio per la grande variabilità di dimensioni e pesi, tra l’altro, si opta spesso per l’applicazione manuale delle vernici, anche in polvere, in questo caso senza recuperare l’overspray. È una forma di intendere questo lavoro in modo originale, in particolare se confrontato con le modalità tipiche degli altri paesi europei, in particolare Italia e Spagna».

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