Il processo ha una efficienza relativa (convenzionalmente si parla dei una miscela del 50% con polvere “vergine”), e genera fino al 10% di polveri “fini” che non rispondono più ai criteri di qualità necessaria, e che devono essere smaltite oppure inviate alla azienda che, attualmente ha a disposizione la tecnologia necessaria a “rigenerarle” in ottica di “economia circolare”, operante in Italia (SBS). La riduzione della “nube” si può efficacemente ottenere utilizzando, in applicazione, i robot antropomorfi.

I robot della Epistolio di Varese, per esempio, sono disponibili per essere inseriti nelle cabine a polveri grazie alla loro semplicità di programmazione, all’elevata efficienza (sono poche le polveri spruzzate che non raggiungono i pezzi, normalmente tra il 3 e il 5%) e ai limitati costi d’investimento (praticamente solo quelli di 1 o 2 robot, a seconda della complessità geometrica dei pezzi da verniciare, o della loro variabilità, come nel caso del lavoro dei terzisti). Inoltre, permettono di installare cabine d’applicazione semplici, di eliminare la necessità della presenza continua per il ritocco manuale, di ricorrere all’iperammortamento (270%) dell’investimento (vale a dire, di uno sconto del 40% sul costo della cabina e del o dei robot), di minimizzare i costi di smaltimento dei “fini”, e di applicare a pressioni inferiori, migliorando la formazione del film applicato.

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