Giovanni Cicatiello
L’importanza della ricerca come motore di innovazione nel settore delle vernici è sempre più evidente, specialmente oggi dove sostenibilità e prestazioni dei rivestimenti sono una priorità.
Giovanni Cicatiello
L’importanza della ricerca come motore di innovazione nel settore delle vernici è sempre più evidente, specialmente oggi dove sostenibilità e prestazioni dei rivestimenti sono una priorità.
Un esempio concreto è rappresentato dalla startup WoMat, nata dalla passione e dalle competenze di 5 ricercatrici attive nell’innovazione: Carola Esposito Corcione, Raffaella Striani, Aurora Rizzo, Antonella Giuri e Silvia Colella.
Abbiamo intervistato Carola Esposito Corcione e Raffaella Striani per fornirci ulteriori dettagli:
Cos’è WoMat e da cosa nasce?
WoMat è una startup innovativa fondata nel 2022. La nostra missione è lo sviluppo di materiali innovativi che abbiano un basso impatto ambientale. Siamo un team composto da ricercatrici con anni di esperienza nel campo della ricerca, animate dalla volontà di proporre soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili. Il nostro obiettivo è quello di sviluppare materiali che non solo offrano prestazioni elevate, ma che allo stesso tempo contribuiscano a ridurre i costi di produzione e a promuovere pratiche più rispettose dell’ ambiente. WoMat si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità, in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU del 2030.
WoMat è nata per collaborare anche con le imprese del settore rivestimenti?
La nascita di WoMat è anche strettamente legata al progetto di crescita di Reinova, un’azienda con sede a Modena, altamente specializzata nella validazione di componenti per il power-train elettrico. Reinova ha creduto fin da subito nel nostro progetto, fungendo da vero e proprio incubatore per la nostra startup. Questo supporto iniziale è stato cruciale per la fase di crescita. In particolare, Stefania Carlucci, ingegnere energetico con un ruolo commerciale e di marketing presso Reinova, ha assunto la carica di CEO di WoMat. Inoltre, Giuseppe Esposito Corcione, amministratore delegato di Reinova, ricopre anche il ruolo di presidente di WoMat. Questa sinergia ha permesso di combinare le nostre competenze scientifiche e la passione per la ricerca con l’esperienza industriale di Reinova.
Tra i vostri progetti di punta emerge Ecomet, rivestimento dalle innovative caratteristiche.
Ecomet rappresenta uno dei risultati più concreti della nostra attività di ricerca. Si tratta di un prodotto basato sulle nanotecnologie, progettato come rivestimento anticorrosivo per la protezione dei metalli. Una delle caratteristiche fondamentali di Ecomet è la sua natura completamente ecosostenibile, poiché non utilizza solventi. Questo lo distingue dai metodi impiegati per lo stesso scopo, che fanno uso di materiali tossici dannosi per l’ambiente e per gli operatori. A questo si aggiunge un ulteriore componente, che deriva da scarti industriali, conferendo al prodotto anche una valenza di economia circolare. Il prodotto finale non richiede l’utilizzo di primer né di più mani. Ecomet si presenta come un liquido e può essere applicato con diverse modalità, tra cui spruzzo o pennello, ma abbiamo verificato anche la possibilità di applicazione per immersione. I test condotti insieme a Reinova, in nebbia salina molto aggressiva, hanno dimostrato che Ecomet offre una protezione significativamente superiore rispetto ai metalli non trattati, sia su rame che su alluminio, utilizzati nell’ambito automotive. È importante sottolineare che l’anticorrosività non è data da pigmenti anticorrosivi tradizionali come il fosfato di zinco o altri complessi minerali, né contiene materiali a base di cromo esavalente. L’efficacia è frutto della sinergia tra i componenti dell’intero sistema. Da maggio 2024 WoMat è supportata da BINP (Boosting Innovation Poliba) e Tech4planet (polo nazionale di trasferimento tecnologico di CDP Venture Capital sgr dedicato alla sostenibilità ambientale) nello sviluppo di un proof of concept in ambito deep tech per la validazione del prodotto.
Potreste approfondire i risultati di questi test e dirci se questa esperienza vi ha spinto a considerare ulteriori collaborazioni o applicazioni di Ecomet in altri settori industriali?
La collaborazione con Reinova è stata cruciale per dimostrare l’efficacia di Ecomet in condizioni reali e severe, in particolar modo le proprietà anticorrosive e isolanti (termiche ed elettriche) del prodotto applicato sulle barre, che costituiscono un componente fondamentale delle batterie delle auto elettriche e sono prevalentemente realizzate in rame o alluminio. I risultati dei test in nebbia salina, condotti per un periodo prolungato di 672 ore secondo standard molto rigorosi, sono stati estremamente incoraggianti. Abbiamo osservato una differenza notevole tra il metallo rivestito, che è rimasto in gran parte inalterato, e il metallo non protetto, che ha mostrato evidenti segni di corrosione. Questa validazione nel contesto esigente dell’automotive ha rappresentato un importante banco di prova. Siamo convinte che le proprietà uniche di Ecomet, come l’efficacia anticorrosiva, l’idrorepellenza e la sostenibilità, possano trovare applicazione in molti altri settori industriali. Siamo quindi alla ricerca di ulteriori opportunità per estendere l’utilizzo di Ecomet ad altri ambiti. Inoltre, la nostra esperienza nello sviluppo di materiali sostenibili ci rende disponibili a offrire consulenza ad altre aziende che desiderano intraprendere un percorso verso prodotti ecocompatibili.
Un ulteriore sviluppo è quello di rivestimenti colorati. A che punto siete con questo progetto e quali sono le vostre strategie per entrare nel mercato delle vernici e dei rivestimenti?
Riconosciamo pienamente l’importanza del colore nel settore delle vernici e abbiamo ricevuto diverse richieste in merito alla possibilità di pigmentare Ecomet. Attualmente, Ecomet si presenta come un prodotto trasparente a bassissimi spessori. Tuttavia, stiamo dedicando attenzione a questa esigenza e abbiamo già iniziato a esplorare diverse opzioni. L’aggiunta di un pigmento, in linea di principio, non dovrebbe alterare le proprietà innovative del nostro prodotto. Abbiamo in programma di effettuare test con diversi tipi di coloranti, anche grazie alla disponibilità di aziende che si sono offerte di fornirci alcuni pigmenti specifici. Siamo assolutamente disponibili a valutare qualsiasi tipo di colorante che possa essere compatibile con la nostra formulazione.
Il nostro modello di business non prevede, in questa fase, la creazione di un impianto di produzione, ma siamo aperti a collaborazioni con aziende che già operano nel settore della produzione di vernici e che dispongono delle infrastrutture necessarie per permettere, eventualmente, anche la realizzazione di Ecomet su larga scala.
Come percepite l’attuale evoluzione della sostenibilità nel settore dei rivestimenti e quali pensate saranno i principali fattori che ne guideranno la crescita in futuro?
La nostra percezione è che l’attenzione verso la sostenibilità nel settore dei rivestimenti sia in crescita, ma non ancora in maniera uniforme. Abbiamo riscontrato un interesse variabile da parte delle aziende: alcune sono molto sensibili all’aspetto ecologico, mentre altre sono principalmente focalizzate sul costo e sulle prestazioni tradizionali. Tuttavia, siamo convinte che il futuro del settore sarà inevitabilmente orientato verso la sostenibilità. A nostro avviso, il principale motore di questo cambiamento sarà la legislazione. Proprio come è accaduto per la plastica, crediamo che normative sempre più stringenti in materia di limitazione dei VOC (composti organici volatili), biocidi e altre sostanze pericolose, come quelle derivanti dalle direttive ECHA (European Chemicals Agency), come il regolamento REACH, obbligheranno le aziende ad adottare soluzioni più ecocompatibili. In questo contesto, prodotti come Ecomet, rappresentano una risposta concreta a queste future esigenze normative. Speriamo che, oltre alle motivazioni normative, possa svilupparsi anche una maggiore consapevolezza etica e ambientale da parte delle aziende.
Quali sono i vostri obiettivi di crescita a breve e medio termine e come intendete consolidare la vostra presenza nel panorama dell’innovazione sostenibile?
In questa fase, il nostro obiettivo primario è quello di far conoscere Ecomet e le sue potenzialità al mondo industriale alla ricerca di potenziali partner. Abbiamo da poco avviato un’attività di divulgazione e stiamo riscontrando un buon interesse. A breve termine, ci concentreremo sul completamento del POC e sul trasformare il nostro brevetto italiano in uno europeo. Siamo inoltre molto interessate ad ottimizzare ulteriormente Ecomet, per adattare le sue proprietà a diverse applicazioni specifiche. Per quanto riguarda il consolidamento della nostra presenza nel panorama dell’innovazione sostenibile, puntiamo molto anche sulle collaborazioni con università e centri di ricerca. Abbiamo già avuto contatti positivi con altre startup italiane nel settore della chimica verde. La partecipazione a eventi e fiere del settore, come ad esempio i Coating Days, rappresenteranno un’opportunità importante per mostrare le nostre innovazioni, entrare in contatto con potenziali partner e rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del mercato. Crediamo fermamente nel potenziale dell’innovazione sostenibile e siamo determinate a contribuire attivamente a questa transizione.