Un aspetto fondamentale nell’adattamento alle nuove normative europee sulla sostenibilità – molte delle quali entreranno in vigore progressivamente nei prossimi anni – riguarda l’armonizzazione delle regole e la condivisione di buone pratiche lungo le filiere produttive. L’obiettivo complessivo, in linea con il Green Deal europeo, è promuovere modelli industriali più sostenibili, responsabili e trasparenti, coerenti con i principi ambientali, sociali e di governance (ESG).

Ester Falletta è la direttrice tecnica del Consorzio Physis, dove coordina le attività progettuali e tecnico-scientifiche. Il suo lavoro si concentra principalmente nel supportare le aziende consorziate, appartenenti alla filiera dell’accessorio metallico per la moda, nell’adeguamento alle normative sulla sostenibilità, nell’adozione delle buone pratiche di filiera e nell’introduzione di tecnologie innovative.
L’obiettivo principale è contribuire allo sviluppo di tecnologie e processi sempre più sostenibili, capaci di generare prodotti e progetti di alta qualità, rispondendo al tempo stesso alle esigenze di un settore e di una società in continua evoluzione. Questo rappresenta anche il purpose fondante del Consorzio Physis, nato dall’iniziativa di un gruppo di aziende attive nella filiera dell’accessorio metallico per la moda e gestito dal presidente Alessandro Pacenti. Physis è una società benefit e una start-up innovativa che reinveste gli utili in ricerca e sviluppo, con una visione orientata al miglioramento continuo e alla crescita condivisa.

Tra i principali progetti attivi ci sono:

  • il recupero dei metalli e il loro riutilizzo come materie prime seconde
  • lo sviluppo di nuove tecnologie per il trattamento delle acque reflue
  • il riciclo e la valorizzazione degli scarti metallici
  • la messa a punto di processi con un minor impatto ambientale e ridotto uso di sostanze pericolose.

Il Consorzio Physis
Il Consorzio oggi riunisce 36 aziende, suddivise in quattro aree: materie di processo, impianti industriali, produzione di accessori e trattamenti di finitura.
«Il vero punto di forza del Consorzio – sottolinea Alessandro Pacenti – è la sua composizione eterogenea, che permette di affrontare le sfide del settore con un approccio integrato e trasversale. Questo si traduce in opportunità concrete per le aziende consorziate: crescita condivisa, progetti di innovazione e occasioni reali di collaborazione lungo tutta la filiera».

I tavoli tecnici
«Uno dei progetti a cui stiamo lavorando – spiega Ester Falletta – è la collaborazione con ZDHC per definire una lista condivisa di sostanze vietate (la cosiddetta MRSL) specifica per l’accessorio metallico, che oggi ancora non esiste. Il Consorzio Physis è stato scelto come capofila del progetto: ci occuperemo di coordinare i formulatori chimici, dialogare con i brand per definire parametri chiari e condivisi e lavorare su limiti precisi per metalli, sostanze organiche e inorganiche. Abbiamo messo a disposizione il nostro know-how tecnico per contribuire in modo concreto alla definizione di standard utili a tutta la filiera».
«Un altro progetto fondamentale su cui stiamo lavorando – continua Ester Falletta – riguarda la semplificazione e l’armonizzazione dei processi di verifica lungo la catena di subfornitura. In collaborazione con The European House – Ambrosetti, stiamo sviluppando un’iniziativa che mira a sensibilizzare sul tema dell’armonizzazione di audit e certificazioni nel settore moda, con un focus specifico sulla filiera degli accessori metallici.
L’obiettivo è duplice: da un lato, migliorare la trasparenza per i brand e per i fornitori; dall’altro, ottimizzare la raccolta e la gestione dei dati, riducendo così i costi e il carico burocratico per le aziende. È un passo importante verso una filiera più trasparente, efficiente e sostenibile».

Molto importanti sono i tavoli ISO dedicati alla definizione e scrittura di norme specifiche sui test di corrosione, che ha visto la nascita del ISO/TC 174 – Jewellery and Precious Metals – WG 5: Resistance Testing allo scopo di creare metodologie unificate e affidabili per la valutazione della resistenza alla corrosione degli accessori metallici nel settore moda, lusso e bigiotteria.

Armonizzazione di audit e certificazioni
Il progetto di armonizzazione di audit e certificazioni promosso dal Consorzio Physis, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, riveste un’importanza strategica non solo per la filiera degli accessori metallici nel settore moda, ma anche per l’intero comparto della subfornitura industriale, in particolare per le aziende specializzate nei trattamenti di superficie.

L’imminente entrata in vigore di normative europee come il Regolamento Ecodesign for Sustainable Products (ESPR) e il Digital Product Passport (DPP) impone a tutte le imprese della catena di fornitura – incluse le PMI e i terzisti – l’adozione di sistemi strutturati di raccolta, gestione e condivisione dei dati di prodotto e di processo. In questo contesto, la presenza di standard tecnici condivisi e la semplificazione delle attività di verifica e conformità rappresentano strumenti fondamentali per garantire trasparenza, tracciabilità e competitività.
L’obiettivo è duplice: da un lato, ridurre l’onere amministrativo derivante dalla gestione frammentata di audit multipli; dall’altro, facilitare l’integrazione dei dati nei sistemi digitali richiesti a livello normativo, favorendo una maggiore interoperabilità tra fornitori, brand e organismi di certificazione. L’armonizzazione proposta consentirebbe inoltre una più agevole comparabilità delle performance ambientali, tecniche e sociali dei diversi operatori di filiera.
Si tratta, in definitiva, di un’azione che anticipa le richieste delle future normative europee e rafforza la competitività dell’intera filiera produttiva, non solo nel settore moda, ma anche nell’industria in generale, con un approccio orientato alla sostenibilità, all’innovazione e alla responsabilità.

Conclusioni
Ester Falletta è convinta che per affrontare le sfide future, anche le piccole e medie imprese debbano iniziare a cambiare mentalità. Non si tratta solo di adeguarsi alle normative, ma di cogliere un’occasione concreta di crescita e innovazione.
«La nuova normativa europea sulla sostenibilità e sulla trasparenza – spiega – richiede un cambio di passo: non bastano più dichiarazioni di principio, servono dati concreti e verificabili su ogni fase della produzione. Questo significa investire in tracciabilità, migliorare i processi produttivi e dotarsi di strumenti per monitorare e comunicare le proprie performance ambientali e sociali.
È una sfida importante, ma è anche un’opportunità reale per diventare più competitivi, credibili e pronti a lavorare con i grandi player internazionali».

La nuova Direttiva Ecodesign: regole più stringenti per prodotti sostenibili e circolari
Con l’approvazione definitiva da parte dell’Unione Europea, il nuovo Regolamento Ecodesign per i prodotti sostenibili (ESPR – Ecodesign for Sustainable Products Regulation) segna un’evoluzione decisiva rispetto alla precedente Direttiva 2009/125/CE. Il nuovo quadro normativo amplia significativamente l’ambito di applicazione, estendendo i requisiti di progettazione ecocompatibile a quasi tutti i prodotti immessi nel mercato europeo, e non più solo a quelli con impatto energetico diretto.
Nel breve periodo, l’ESPR introdurrà criteri ambientali obbligatori che interesseranno trasversalmente tutte le fasi della filiera manifatturiera: durabilità, possibilità di riparazione, efficienza nell’uso delle risorse, contenuto di materiale riciclato e impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita del prodotto. Tra gli strumenti chiave, il Passaporto Digitale del Prodotto (Digital Product Passport), destinato a diventare uno standard per la tracciabilità delle informazioni tecniche e ambientali dei beni industriali.
Nel medio-lungo termine, la normativa contribuirà a un cambiamento strutturale delle logiche produttive, stimolando l’adozione di modelli orientati all’economia circolare, alla progettazione modulare, alla responsabilità estesa del produttore e alla valorizzazione dei dati lungo la filiera. Per l’intero comparto manifatturiero – dalla progettazione alla distribuzione – l’ESPR rappresenta quindi una leva strategica per innovare processi, materiali e modelli di business in chiave sostenibile.

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