Lo sviluppo tecnologico e l’innovazione nel settore italiano delle vernici sono oggi guidati da aziende lungimiranti che interpretano il futuro della verniciatura non come un insieme di ostacoli, ma come un’opportunità per evolvere e investire nella ricerca continua. Tra queste emerge Galstaff Multiresine, realtà italiana di riferimento nella produzione di resine e soluzioni dedicate al miglioramento sostenibile dei prodotti vernicianti.
Abbiamo visitato lo stabilimento di Garbagnate Milanese (Milano) per intervistare Enrico Ancarani, direttore tecnico del gruppo.

Come nasce il gruppo Galstaff Multiresine?
Enrico Ancarani – Galstaff Multiresine è una realtà produttiva industriale italiana, con un’esperienza di oltre mezzo secolo, nata dalla volontà di Paolo Tancini e Pietro Pulvirenti.
La produzione di resine sintetiche e ausiliari per vernici e inchiostri avviene attraverso processi produttivi a batch, basati su una tecnologia e formulazione sviluppate internamente e consolidate nel settore dei polimeri.
Oggi il gruppo, che vanta una capacità produttiva di 60.000 tonnellate all’anno con un turnover superiore ai 100 milioni di euro e ha in organico 120 collaboratori in tre sedi operative:

  • Mornago (Va), acquisito nel 1998
  • Garbagnate Milanese (Mi) acquisito nel 2012
  • Agrate Brianza (Mi) acquisito nel 1993 e convertito e utilizzato solo per la logistica interna.

I tre siti hanno avuto negli anni continui investimenti sia nell’aggiornamento degli impianti che dell’area R&D dedicata a nuovi prodotti e all’ampliamento di quelli a catalogo.
Nel 2003 è stata costituita la Galstaff do Brazil a Guarulhos – (San Paolo) dedicata alla vendita e distribuzione dei prodotti in Brasile e centro sud America.

Quali sono i principali prodotti di Galstaff Multiresine?
EA – Forti di elevate competenze, produciamo un portafoglio diversificato di resine sintetiche e ausiliari all’avanguardia per i settori dinamici del coating e degli inchiostri. La nostra gamma comprende resine alchidiche, amminiche, isocianati aromatici, acrilati per sistemi UV, poliesteri saturi e insaturi (versatili per compositi e legno), poliesteri oil-free, oltre a una linea completa di additivi e ausiliari che ottimizzano la formulazione, l’applicazione e le prestazioni finali.

I nostri prodotti trovano applicazione in una vasta gamma di settori specialistici, tra cui vernici per legno che esaltano la bellezza naturale, soluzioni vernicianti ad alte prestazioni per il settore dei materiali compositi, rivestimenti robusti per l’industria e la carrozzeria auto, inchiostri da stampa che danno vita alle idee, can & coil coating per una protezione affidabile e nell’ambito decorativo per ambienti che ispirano.

Oltre a ciò, le nostre resine sono una componente chiave nella realizzazione di paste coloranti destinate sia all’industria che al settore compositi, testimoniando la nostra flessibilità e capacità di rispondere a esigenze specifiche.

La qualità dei nostri prodotti e la costanza del nostro servizio sono i pilastri del nostro successo globale. Presenti in ben 70 paesi nei cinque continenti, siamo un partner affidabile per i nostri clienti in tutto il mondo.

Cosa fa Galstaff Multiresine in tema di sostenibilità?
EA – La sicurezza e la tutela dell’ambiente rappresentano per noi aree di investimento primario e di costante aggiornamento, in linea con le evoluzioni normative. Un esempio concreto del nostro impegno è rappresentato dal ciclo produttivo dei siti di Mornago e Garbagnate, entrambi dotati di un inceneritore all’avanguardia per il trattamento delle acque di reazione, eliminando efficacemente odori e emissioni. Inoltre, valorizziamo l’efficienza energetica attraverso un sistema di recupero del calore generato durante il processo produttivo, riutilizzandolo per il riscaldamento degli stessi processi produttivi.

Convinti assertori della chimica verde, osserviamo una crescente sensibilità del mercato verso soluzioni bio-based e biocircolari, estendendosi anche a settori tradizionalmente meno inclini come la cantieristica navale, dove alcuni clienti mostrano un interesse significativo verso matrici con componenti rinnovabili e certificate. Questa evoluzione è in parte guidata da aziende come la nostra, che ambiscono a essere motori del cambiamento. Tuttavia, mentre paesi come Francia e quelli nordici si distinguono per normative avanzate che integrano la sostenibilità come prassi consolidata, in Italia e in molti altri contesti si tende ancora a seguire le direttive, e i sistemi tradizionali a solvente rimangono spesso preferiti, anche a causa di un ritorno al passato da parte di alcune multinazionali.

La principale sfida nell’ambito dei prodotti bio-based risiede nella disponibilità di materie prime (come resine interamente derivanti da fonti biologiche) in volumi consistenti e a costi economicamente sostenibili per la produzione. Attualmente sono pochi i produttori di resine con gamme ben sviluppate di questo tipo. La nostra risposta si concretizza in gamme specifiche con referenze che integrano componenti rinnovabili, attraverso l’impiego di monomeri di origine biologica o solventi di diluizione bio. Ad esempio, le nostre resine alchidiche contengono già una componente rinnovabile derivante da oli vegetali, sebbene la domanda da parte della clientela non sia ancora ampiamente diffusa.

Parallelamente all’impegno per la sostenibilità, la nostra attività di ricerca e sviluppo è fortemente orientata alla funzionalizzazione dei polimeri, con l’obiettivo di sviluppare materiali “smart” ad alto valore aggiunto, caratterizzati da migliore adesione, elevate resistenze chimico-fisiche, temperature di cottura ridotte e altre proprietà che rispondono a specifiche esigenze applicative. Pur riconoscendo l’importanza crescente dell’aspetto ambientale, riteniamo che nel tempo esso acquisirà una centralità ancora maggiore tra gli utilizzatori.

Per contrastare il greenwashing e comunicare in modo trasparente il nostro impegno, stiamo attivamente modificando la nostra comunicazione, dichiarando in maniera seria e documentata la percentuale di contenuto da fonte biologica o rinnovabile direttamente sulle schede tecniche dei nostri prodotti. Siamo inoltre impegnati nel processo di certificazione per il calcolo della Carbon Footprint (ISO 14067 per l’azienda e ISO 14021 per i prodotti). Questo approccio e i relativi investimenti sono stati valutati in modo strutturato attraverso la redazione di un “rapporto di sostenibilità” ESG svolto da primarie società di revisione e valutazione, perché crediamo profondamente in questo percorso, considerandolo parte integrante del nostro patrimonio aziendale e non una semplice tendenza del momento.

Come vede la situazione odierna per il settore delle vernici?
EA – Il panorama attuale del settore delle vernici si presenta come un mercato complesso e in piena transizione, segnato da dinamiche contrastanti. Da un lato, si osserva una drastica contrazione del numero di aziende produttrici rispetto agli anni ’90, con una resilienza di micro e piccole imprese spesso ancorate a nicchie locali e regionali. Dall’altro, emerge chiaramente come l’export rappresenti ancora un’opportunità di crescita significativa, in contrasto con un consumo interno stabilizzato.

Nonostante la crescente enfasi sul “verde” e la sostenibilità, è cruciale sottolineare come i sistemi tradizionali a solvente mantengano una forte prevalenza, costituendo ancora il nucleo centrale del mercato. In questo contesto, le aziende italiane, in linea con un trend europeo, mostrano una tendenza a inseguire e spesso rimandare decisioni concrete verso soluzioni più ecologiche.

È altrettanto importante evidenziare come le richieste di innovazione da parte della clientela siano attualmente focalizzate primariamente sugli aspetti applicativi e funzionali del prodotto, relegando spesso in secondo piano le considerazioni ambientali.

Un aspetto critico che si manifesta con sempre maggiore urgenza è la significativa mancanza di tecnici specializzati con una solida esperienza pratica. Le nuove generazioni faticano a maturare all’interno delle aziende quell’esperienza avanzata indispensabile, che si costruisce solo con anni di lavoro diretto sul campo.
Questa mancanza di personale esperto rappresenta un freno significativo all’adozione di novità da parte di molte aziende, specialmente quelle italiane. L’implementazione del cambiamento richiede infatti un investimento sostanziale non solo in tecnologie all’avanguardia, ma soprattutto in risorse umane competenti. La scarsità di personale in grado di dedicarsi alla sperimentazione e all’implementazione di nuovi prodotti o sistemi alternativi paralizza spesso anche la semplice valutazione di nuove proposte.

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