Biossido di titanio: a che punto è la verifica della presunta cencerogenicità per inalazione
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Dopo la conferma della cancerogenicità (per inalazione) dei derivati di cromo, piombo, cadmio e altra sostanze utilizzate nei trattamenti delle superfici, tra cui la verniciatura industriale, dopo la messa in allarme per lo zinco metallico, facciamo il punto sulla situazione che riguarda il pigmento bianco di biossido di titanio, che è utilizzato nella gran parte delle vernici liquide e in polvere prodotte al mondo, qualora fosse inalato durante la fase produttiva.
Sebbene alcuni utilizzatori siano preoccupati per l’eventuale inalazione durante le fasi di verniciatura del contenuto di biossido di titanio, per tutto il 2019 non c’è stata alcuna comunicazione al riguardo da parte dell’ECHA europea.
Il processo, che viene preso in considerazione, è quello in cui il pigmento di biossido di titanio viene pesato, disperso e miscelato insieme ad altre materie prime, che compongono pitture e smalti bianchi e colorati di derivazione. La preoccupazione di cui sopra si verifica al momento della spruzzatura, dato che nel ventaglio delle vernici liquide e in polvere si formano particelle micrometriche; in via di principio, i pigmenti non sono liberi, essendo avvolti dalle resine (e altri ingredienti), tuttavia la tendenza a utilizzare in modo sempre più esteso il “principio di precauzione” potrebbe ampliare la problematica.