In uno dei principali produttori di cofani italiani, l’azienda che abbiamo recentemente visitato, la SCACF di San Giustino (in provincia di Perugia), l’industrializzazione e l’automazione dei processi di verniciatura sono stati avviati da più di 10 anni. Una decisione, quella di puntare sull’automazione, in controtendenza tra le aziende che verniciano manufatti tridimensionali, cioè montati, dato che, normalmente, è sempre stata una strada maggiormente percorsa per la verniciatura di pannelli, profili, cornici e torniti e, più recentemente, per finestre e scuri. La collaborazione con CMA Robotics, che ha fornito i primi robot nel 2008, è proseguita e ha avuto tale successo che la nostra visita si deve all’installazione di altri due robot, di nuova generazione.

SCACF quindi, produce e vernicia una notevole gamma di cofani, adattandosi alle necessità e tradizioni diverse dei Paesi dove esporta, oltre alle differenze riscontrabili anche nelle abitudini regionali italiane. Incide, in ciascun Paese, anche la capacità di spesa. Questo significa che vengono utilizzate moltissime essenze lignee ma, soprattutto, una notevolissima gamma di finiture diverse: dall’effetto naturale alle finiture ad alto spessore, dal semiopaco al lucidissimo, passando per effetti bicolore, invecchiato, ed altri effetti. Anche costruttivamente il cofano presenta una serie di particolarità: per normativa italiana deve essere costruito in legno massiccio con spessori minimi elevati (oltre 2,8 cm.) ma, soprattutto, è disponibile in diverse linee che sono definite da cornici, lati curvi, spigoli arrotondati ed è, come si diceva, verniciato montato.


“La nostra azienda – spiega Danilo Sgoluppi, seconda generazione alla guida di Scacf ha avuto fino agli anni 2000 una crescita consistente e veloce, cosa che ci ha spinto ad installare i primi robot antropomorfi di verniciatura, pionieri nel nostro settore; negli ultimi 10 anni, pur essendosi consolidata numericamente la produzione, è aumentato esponenzialmente il numero di modelli, essenze e personalizzazioni che i nostri clienti – le agenzie funebri – ci richiedono. Ed è per questo motivo che il nostro reparto di verniciatura è più vicino ad un impianto di carrozzeria industriale che ad una tradizionale impiantistica da azienda di lavorazione del legno: i flussi del processo sono completamente automatici, le tempistiche sono costantemente controllate, la logistica è gestita da un PLC aziendale complesso ma coordinato con la produzione”.

Il processo richiede una serie di controlli qualitativi nelle varie fasi; per evitare fermi produzione è stato previsto un anello supplementare per i pezzi che non superano il controllo finale, che viene effettuato al termine della fase di polimerizzazione della finitura. Tolti dalla linea, i pezzi ritornano alla fase di processo a cui vengono nuovamente sottoposti per il ritocco, e successivamente reinseriti nel flusso nella zona opportuna.

“Con l’aiuto di Marco Zanor di CMA Robotics – prosegue Danilo Sgoluppi – abbiamo deciso di implementare in tutte le fasi di verniciatura l’automazione: in tutte le cabine abbiamo robot antropomorfi, sia per l’applicazione dei fondi che per le finiture. Non abbiamo più fasi manuali, se non nell’applicazione della tinta.”

LA VERNICIATURA

Oltre alla gestione automatica dell’applicazione di fondi e finiture, l’evoluzione dell’azienda ha previsto già da diverso tempo il passaggio all’utilizzo di prodotti vernicianti all’acqua; si sottolinea in particolare che l’ultima fase di finitura è ottenuta completamente con prodotti (di diverso grado di brillantezza) UV all’acqua di produzione Sirca.
In arrivo dalla falegnameria già levigati, i cofani entrano nel reparto di verniciatura. Tutto l’impianto è servito da un trasportatore orizzontale a rulli, che gestisce il ciclo di ciascun cofano, identificato con un codice a barre. Dopo l’applicazione manuale della tinta si effettua una leggera levigatura . Successivamente i pezzi vengono trasportati nella zona di applicazione del fondo, che si sdoppia: da una parte vi è l’applicazione di un fondo-finitura trasparente all’acqua richiesto ad esempio da alcune amministrazioni estere e per l’incenerimento dove i limiti di emissione di COV sono molto restrittivi. Questa linea è stata recentemente dotata di un robot antropomorfo.
La seconda linea è invece più complessa, poiché per ottenere il livello di finitura e qualità, e la capacità produttiva attualmente richieste, è necessario un ciclo molto prestazionale; dopo l’applicazione della tinta, i cofani attraversano la zona di lettura (l’elaborazione dei dati consente a tutto l’impianto di configurarsi secondo le necessità) ed entrano nelle cabine di applicazione del fondo, tramite robot antropomorfi di ultima generazione, che hanno migliorato l’applicazione anche nel caso di forme particolari o bombate.

“Il fondo viene applicato in due mani – ci spiegano – i robot controllano anche la rotazione dei pezzi in cabina di verniciatura. Il posizionamento è gestito tramite i sistemi di lettura in ingresso ”.

I pezzi, dopo la fase di essiccazione in forno, proseguono al reparto di levigatura che viene effettuata in parte automaticamente.
Sempre sulla rulliera, i pezzi proseguono verso le cabine dove si applica la finitura. Anche in questo caso l’applicazione si effettua con robot antropomorfo. Caratteristica di questa fase è l’utilizzo di vernici all’acqua a polimerizzazione UV, di produzione Sirca.

L’intero ciclo di verniciatura messo a punto dall’azienda veneta garantisce una elevata qualità estetica e prestazionale e, soprattutto, un ridotto impatto ambientale in termine di emissione di sostanze organiche, come riportate nella scheda in queste pagine. Al termine, i cofani viaggiano sulle rulliere nel forno di essiccazione UV, dove in pochi minuti avviene la polimerizzazione.

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